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I mini tour e le escursioni che partono da Atene verso la Grecia Classica sono strumenti nelle tue mani per rendere esclusivo il tuo viaggio

Vola su Atene, è l’occasione giusta per sperimentare quel che ormai è una caratteristica della città più mitologica della Terra, e cioè la sua doppia anima: metà antica, aggrappata a una storia che l’ha resa celebre, e metà moderna, proiettata avanti grazie alle menti innovative che ne hanno rilanciato i quartieri.

 

Un City Break di Atene

Partiamo da un City Break di Atene, un week end di 3 giorni, per sentire vivo il flou delle sue due anime.
È la città dei musei, sia archeologici che contemporanei; è la città dell’innovazione, un simbolo tra tutti -di questa longevità di Atene- la Fondazione Stavros Niarchos, una visione tra terra e mare dell’Archistar Renzo Piano.
Ma è anche la città della Street Art e del Finger Food: perdersi nei quartieri di Exarchia e Psyrri ti regala un sentimento locale di vita vissuta, di rivoluzione scritta sui muri, di fulcro sociale.
Ma il nuovo cuore di Atene -la vera punta di diamante- batte nel quartiere di Gazi, l’ex centrale del Gas, una tra le varie zone ad essere stata rilanciata da un intervento di rigenerazione urbana. Qui è Technopolis, la città della Scienza, a dettare il passo.
Tutti i Quartieri di Atene possono raccontare la loro storia di recupero, di rivalorizzazione urbanistica, di cantiere a cielo aperto e, non ultimo, di laboratorio working progress.

 

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Fondazione Stavros Niarchos dall’alto – Foto: https://www.fondazionerenzopiano.org/

 

Il tuo week end ad Atene

 

Syntagma, Piazza della Costituzione

Siamo in centro città, dove inizia il nostro City Break di Atene.
La Piazza Syntagma accentrava il potere politico e prese il nome proprio da un episodio storico: la concessione della Costituzione nel 1843 per volere di Ottone I di Wittlesbach, primo re di Grecia.
Sulla piazza si affacciano l’antico Palazzo Reale, sede del Parlamento ellenico, e il Monumento al Milite Ignoto.

 

Palazzo Vecchio simbolo della Monarchia

Il Palazzo Reale è anche chiamato “Palazzo Vecchio” perché originariamente nacque quale residenza dei monarchi. E, infatti alcuni membri della famiglia reale vi soggiornarono fino anche al 1922.
Nel 1924 la monarchia venne abolita e l’edificio assunse varie funzioni: ospitò i rifugiati greci dell’Asia Minore, divenne ospedale di fortuna durante la Seconda Guerra Mondiale e anche museo per preservare i cimeli di Re Giorgio I, ora conservati presso il Museo Nazionale di Storia.
La prima riunione del Senato, nel Palazzo Reale, avvenne il 2 agosto 1934.

 

Davanti al Milite Ignoto marciano gli Euzones

Cio’ che attirerà la tua attenzione in Piazza Syntagma sarà sicuramente il Cambio della Guardia davanti al Monumento al Milite Ignoto.
Un momento di folklore ma anche un rito patriottico molto sentito. Gli Euzones, questi militari in gonnellino, indossano una divisa che ha un grande valore culturale. Le balze della tipica fustanella sono piegate tante volte quanti sono stati gli anni di oppressione ottomana e ai piedi indossano delle babbucce molto pesanti e resistenti, in grado di assolvere al ruolo dei fanti da montagna.
La loro marcia somiglia a una danza e, intorno, si formano grandi folle per assistervi.

 

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Euzones durante il Cambio della Guardia

 

La Biblioteca Nazionale

A 10 minuti da Syntagma si trova la Biblioteca Nazionale della Grecia, ospitata in un edificio neoclassico ispirato a un tempio dorico. È rivestito completamente di marmo pentelico e raccoglie 2 milioni di libri, poi giornali, microfilm, manoscritti antichissimi e documenti storici.
La letteratura greca è sicuramente passata di qui e si è fermata, per poi diventare un pozzo di saggezza da cui poter attingere.

 

Il Tempio di Giove e l’Arco di Adriano

Sulla strada per l’Acropoli si incontrano due monumenti che simboleggiano l’antichità e la mitologia.

 

Le 16 colonne del Tempio di Giove

Il Tempio di Giove -orfano di ben 88 colonne- resta in piedi grazie alle 15 rimaste, più la sedicesima sdraiata a terra da un fulmine che la lacerò nel 1852.
Un tempo lunghissimo di costruzione, 386 anni, e un attimo solo per sgretolarsi sotto le sollecitazioni di un devastante terremoto durante il medioevo.

 

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Tempio di Giove e la sedicesima colonna

 

L’Arco di Adriano e la frase-monito

L’Arco di Adriano venne realizzato alla fine di quei 386 anni di lavori per ringraziare l’Imperatore romano Adriano di aver finalmente completato l’opera.
Una frase curiosa, su un lato dell’arco, definisce chiaramente anche la sua successiva funzione quale elemento di confine tra la Citta di Teseo e la Città di Adriano.
La frase recita così:

Questa è la citta di Adriano, non di Teseo”.

Oggi ci fa sorridere ma al tempo era decisamente un monito.

 

Lo Stadio Panathinaiko

In questa zona (ci troviamo ancora nel quartiere di Pangrati) venne eretto il Kallimarmoron, ovvero “lo Stadio dei bei marmi e di tutti gli Ateniesi”, ovvero lo Stadio Panathinaiko.
Nel 1896 ospitò i primi Giochi Olimpici dell’Era Moderna, voluti da Pierre de Coubertin e finanziati dall’imprenditore e filantropo Evangelis Zappas.
Il più grande stadio al mondo con una chicca nei sotterranei: il Museo Olimpico di Atene.
Tra i 28 musei virtuali della rete dei Musei Olimpici, è una realtà che riallaccia un filo antico.
I valori che interpreta sono gli stessi di quando a Olympia si disputavano i famosi Giochi, quindi cooperazione, uguaglianza, equità, pace, armonia, rispetto e correttezza, a cui si sommano i criteri sportivi: spirito di competizione e resistenza alla fatica.
È un museo virtuale ma non soltanto questo: è anche un’esperienza visiva in 3D di Olympia  e un momento per riflettere sui quei valori che erano in grado, mentre si disputavano i Giochi, anche di sospendere le guerre in corso.
Molto esperenziale, questo museo, si avvale di touch screen, percorsi interattivi, audiovisivo, animazioni 3D, display grafici oltre che -ovviamente- dei cimeli devoluti dai grandi atleti di tutti i tempi.

 

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“Lo stadio dei bei marmi e di tutti gli ateniesi”

 

Acropoli: i Propolei, il Tempio di Athena Nike, l’Eretteo e il Partenone

Dal quartiere di Pangrati ci avventuriamo nel quartiere di Plaka: il più antico, e conosciuto come “Quartiere degli dei” per la sua vicinanza stretta con l’Acropoli.
Sotto corrono le Vie Adrianou, Hephaestou e Pandrosou, piene di negozietti di artigianato e gastronomici, tra cui sopravvive ancora qualche boites, ovvero i locali in cui ascoltare la musica greca.
Poi puoi perderti in mezzo ai souvenir. Molto carini quelli che rappresentano le miniature dei monumenti, oppure le tradizionali latte che nell’antichità venivano utilizzate per offrire regali agli dei, le Thamata. O, ancora, i cosiddetti Komboloi, i misteriosi scacciapensieri. Se preferisci i prodotti tipici troverai olio e vino, miele e formaggi da poter acquistare in qualche bottega.
Plaka ha una storia romana alle spalle con contaminazioni popolari, e c’è anche un momento, diciamo, cinematografico, quando è stata set di diverse pellicole che le hanno fatto riscoprire un carattere intraprendente, curioso, pronto a cambiare veste.
È da questo spirito nuovo che, forse, è partita la miccia per fare sempre di più e sempre meglio.

 

E Acropoli sia

L’Acropoli ricopre quel ruolo di primo piano che ha sempre avuto nella socialità e anche sullo scenario internazionale: è uno dei 20 monumenti più visitati al mondo e il 1° più visitato in Grecia. È presente sempre sullo skyline della città, ne è il simbolo e ne è ancora la roccia degli dei.

Anche il sito archeologico ha fatto grandi e piccole rivoluzioni per tenersi al passo coi tempi:

  • per esempio il primo importantissimo traguardo fu la realizzazione del Nuovo Museo dell’Acropoli, nato attiguo, appositamente per inglobare i ritrovamenti, e per esserne parte integrante.
    All’interno, sicuramente, attraggono l’attenzione le Cariatidi originali che reggevano la Loggia omonima, attualmente sorretta da delle imitazioni. Esiste una sesta Cariatide che però si trova ancora nel Britisch Museum di Londra, tra i famosi Marmi di Elgin, trafugati dal Conte di Elgin, appunto, secoli fa e mai restituiti.
  • Il secondo esempio di come si punti sempre all’innovazione ci viene da un percorso tattile, sviluppato per non vedenti.
    Modellini dei vari monumenti dell’Acropoli -dal Partenone alla Loggia delle Cariatidi-, e una serie di pannelli con scritte in Braille, hanno reso fruibile questo sito anche a persone con disabilità.
    E non solo: in realtà può essere un approfondimento per tutti i visitatori.
    Insomma via le barriere architettoniche dall’Acropoli!

A goderne sono i visitatori ma soprattutto i monumenti che, pur mantenendo intatta la loro storia, si avvalgono di mezzi moderni per distinguersi e arrivare a tutti.

 

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Museo dell’Acropoli – Foto: https://www.theacropolismuseum.gr/

 

Il Partenone

Su questa terra sospesa il Partenone è certamente il monumento a cui tutti mirano salendo.
Simbolo di perfezione, scoprirai -grazie alla nostra guida esperta- che poi così perfetto non è. Ma non ti sveliamo troppo.
Invece, per passare a un altro mistero, ti lasciamo un piccolo indizio su un ruolo che il Partenone ha avuto nella storia antica: si tratta di un triangolo…  Hai capito? Noo? Allora non ti resta che continuare a leggere.
Più avanti ti sveliamo di questa piccola leggenda.
Nel museo dell’Acropoli osserva bene le Metope, hanno una storia molto bella, e rivestivano proprio la parte alta del Partenone raccontando di guerre: dalla Gigantomachia alla Centauromachia, dall’invasione di Atene da parte delle Amazzoni alla guerra dei greci contro Troia.

 

L’Eretteo e La Loggia delle Cariatidi

L’Eretteo è considerato il fulcro originario di Atene, il punto in cui Athena vinse su Poseidone, e dove per molto tempo venne conservato sia il primo ulivo regalato dalla Dea alla città, che l’intaglio sulla roccia causato dal tridente scagliato dal Dio del mare. Mentre la Loggia delle Cariatidi era l’ingresso alla tomba del Re Serpente, Cecrope.
Le Cariatidi raffigurano le figlie del Re Eretteo oppure le schiave di un pase della Laconia? Sono donne -in entrambe i casi- che hanno subito l’oppressione degli uomini  ma, nonostante questo o forse proprio per questo, facendosi colonne, sostengono con il loro corpo la parte superiore del loggiato.
Sei fanciulle in abiti candidi, leggere e spensierate, che guardano a un orizzonte lontano sono diventate il punto più fotografato dell’Acropoli.

 

I Propilei

L’ingresso originario dell’Acropoli erano i Propilei. Costruiti come un tempio, rappresentavano il luogo di passaggio e purificazione, non un monumento commemorativo come un arco ma un ingresso, appunto. Propileo significa “quel che sta davanti al cancello”. Inoltre, questo particolare elemento architettonico, simboleggia anche il passaggio dal tempio romano a quello greco. Un cambio di passo e di stile.

Infine c’è il Tempio di Athena Nike che non è così dominante ma sicuramente lo strapiombo su cui si regge ne fa apprezzare il grande pathos.

 

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Loggia delle Cariatidi

 

 

↓ Scarica il PDF del nostro City Break di Atene

 

 


 

 

Tempo libero ad Atene? Costruisci la tua esperienza su misura

Per il tuo tempo libero ti possiamo suggerire delle mete che ti raccontino diverse facce di questa città. Durante il tuo City Break di Atene potresti andare alla scoperta di tradizioni, quartieri e luoghi imperdibili.

 

Monastiraki e la musica greca

Sicuramente esistono dei posti che ci riportano indietro nel tempo e che hanno mantenuto il loro spirito originale, e ci sono dei posti che invece rappresentano il Lyfestyle delle nuove generazioni. È il caso dei Bouzouki e delle Barakia. I secondi sono i preferiti dai giovani, sono moderni bar con musica attuale, mentre i primi sono locali tipici in cui ascoltare la musica greco-ateniese.
Nel quartiere di Monastiraki, se ami ballare, ascoltare le canzoni, divertirti, trovi sicuramente un’offerta strepitosa. Soprattutto se stai cercando un luogo in cui si suona il Rebetiko greco, questa musica popolare nata nei bassifondi quale risposta al degrado, alla povertà e alla fame. C’è un valore intrinseco preciso, un’appartenenza, una morale che emergono con grande passione e, quindi, è un’esperienza locale immancabile mentre visiti la città di Atene.
Nello Stoà Athanaton, il Mercato Coperto di Atene, puoi entrare in un ritrovo di cantanti di Rebetiko. Era una ex villa che, durante la Seconda Guerra Mondiale, assunse il ruolo di Caffè. Ed era qui che si ritrovavano i cantanti, con la scusa di un caffè notturno, per continuare a suonare. E potevano andare avanti per ore, improvvisando.

Nel Quartiere di Monastiraki una meta interessante potrebbe essere l’Osservatorio Nazionale, si vede in cima alla Collina delle Ninfee, avvolto da una vegetazione briosa. È il più antico istituto di ricerca in Grecia, fu fondato -infatti- nel 1842.
A Monastiraki ti consigliamo, qualora volessi approfondire questo quartiere, di fare un salto da Melina, un caffè bistrot dedicato all’attrice e politica greca Maria Amalia Merkouri.
A lei si devono le Capitali Europee della Cultura, un’idea progettuale interamente sua -intesa a rafforzare i rapporti tra i vari paesi dell’Unione-. La prima Capitale Europea della Cultura, non a caso, fu proprio Atene nel 1985.

 

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Al “Melina” di Atene musica e ricordo

Tesori nascosti a Pangrati

Nel tuo City Break di Atene potresti voler visitare il Quartiere di Pangrati, allora utilizza il tempo libero per entrare nel cuore di questa zona, c’è molto da vedere.
Il Primo Cimitero di Atene, per esempio, è un luogo molto interessante, anzi, una Gliptoteca per la precisione, uno scrigno di opere scultoree meraviglioso, un museo a cielo aperto e tra le tombe.
Una curiosità: la trama urbanistica di Pangrati nasconde il corso sacro del fiume Ilisso e, più precisamente, per individuarlo tiriamo una linea retta tra il National Art Gallery di Pangrati fino alla Fondazione Stavros Niarchos, punto dopo del quale si gettava in mare.
In cima, all’antico corso, proprio uscendo dal Museo Bizantino e Cristiano di Atene, si scorge -impossibile non vederla- la grande scultura di metallo chiamata The Runner.
Il Corridore di Costas Varotsos  impersona la scomposizione dell’atleta a contatto con l’aria, è come se lasciasse un po’ della sua pelle correndo.

 

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The runner – Foto: httpscostasvarotsos.com

 

Dalla Fondazione Stavros Niarchos allo Zappeion

L’abbiamo nominata e quindi eccola qui: la Fondazione Stavros Niarchos, un punto di ritrovo che si affaccia sul mare e trattiene in sé tutta la lucentezza del metallo di costruzione e la trasparenza dei vetri, il profumo speziato dei giardini e l’internazionalità dei suoi arredi. È uno spazio in cui rilassarsi, godersi mostre d’arte, guardare da un diverso punto di vista la città, connettersi con il mare ma con un occhio all’Acropoli. C’è in questa struttura un che di trascendentale, forse per via dello stranissimo e innovativo tetto di copertura, una lastra che fa nascere tante domande.

E, abbiamo nominato anche la National Art Gallery di Pangrati: con i suoi 15 mila pezzi, tra cui spiccano El Greco, Giordano, Picasso, Tiepolo, Rubens, Matisse, Rodin, Delacroix e Linard, è un’esperienza incredibile  a cui unire magari una cenetta “Michelin” nel vicino Spondi, un ristorante elegante, molto rinomato e in cui mangiare piatti che sembrano dipinti.
Se ami l’aria aperta, gli alberi secolari, le statue bianche che si alternano a sprazzi di verde, non ti resta che camminare nel Giardino Nazionale di Atene e arrivare ad uno degli edifici più singolari, lo Zappeion.
In questo luogo la Grecia ha siglato l’ingresso all’interno della Comunità Europea.

 

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Zappeion – Foto: https://www.zappeion.gr/

 

Atene dall’alto : il Monte Licabetto

Cambiamo scenografia e saliamo in cima a una delle colline che offrono scorci panoramici intensi, il monte Licabetto. E, qui, non possiamo non suggerirti una cena in quello che è stato nominato “Hotel con la migliore vista sui tetti”, il St. George Lycabettus.
Insignito anche del World Luxury Award e dell’Ecopolis Award, questo hotel rappresenta uno stile di vita, un approccio all’accoglienza che guarda all’eleganza ma anche alla sostenibilità.
All’interno, ospita perfino la SG Art Gallery, uno spazio artistico che impreziosisce l’offerta rendendola davvero unica nel suo genere. Dalle stanze Eco chic alla Spa Egeo, al Gran Balcon per una colazione detox, quello che ci piace raccontarti è la cena nella Suite Lounge, un bistrò stellato, con una vetrata che si apre al tramonto e alle mille luci di Atene. Qui farai un’esperienza a “360°”. Promesso.

 

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Suite Lounge – Foto: https://www.sgl.gr/

 

La Kolonaki dei Musei e dell’Alta Moda

Tra il Monte Licabetto e il Giardino Nazionale si allarga il Quartiere di Kolonaki. In realtà abbiamo già visto la vicina Piazza Syntagma fino alla Biblioteca Nazionale, sono luoghi compresi nel City Break di Atene.
Qualora, però, volessi approfondire questo quartiere, utilizza il tempo libero per vedere alcune altre attrattive vicine: per esempio arriva fino a Platia Kolonakiou per scoprire l’unica colonna sopravvissuta al tempo e che ha dato il nome al quartiere.
Poi sicuramente qui puoi fare incetta di Musei: dal Museo Benaki al Museo di Arte Cicladica fino al Museo di Storia del Costume greco; dal Museo del Teatro al Museo Bizantino fino al Museo della Guerra.
I Musei di Pangrati rispecchiano come sempre questa doppia anima di Atene e quindi se da un lato possiamo entrare nella storia visitando il Museo Bizantino e Cristiano, dall’altra esploriamo le nuove forme stilistiche entrando nel Museo di Arte Moderna e Contemporanea Goulandris.

 

Le vie dello shopping a Kolonaki

Anche a Kolonaki puoi fare un’esperienza locale entrando in uno dei club di Bouzouki. Canti, balli, lanci i fiori ai cantanti che si esibiscono. Un tempo questa tradizione si consumava lanciando piatti e cocci, poi negli anni è andata via via ingentilendosi fino quasi a diventare poetica.
Kolonaki è il quartiere benestante, elegante, moderno, pieno di negozi e boutique dai marchi noti tipo FerréLarocheDolce & GabbanaDior Versace, ma che guardano anche al Made In Italy e strizzano un occhio ai preziosi con gioiellerie prestigiose.
Via VoukourestiouVia Anagnostopoulo e Via Skoufa, sono alcune delle zone per lo shopping di lusso.

 

Viste da Kolonaki sui tetti di Atene

Dopodiché puoi cenare tra i tetti al Galaxy Restaurant & Bar, guardare l’Acropoli illuminata, degustare piatti greci, e poi lanciarti in una notte glam: in uno dei locali più alla moda tra i giovani, il Bogart, oppure al Dybbuk per un dj set internazionale tra i più rinomati.
Se invece preferisci la tranquillità e una vista imperdibile sali fino al Platia Dexameni, una ex cisterna, uno dei luoghi più belli di Atene. Paesaggio antico e animali dell’aia, che scorrazzano liberi, ti sapranno dare altri spunti su Atene.

 

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Aperitivo al Galaxy Restaurant – Foto: https://www.instagram.com/galaxybar/

 

 


 

AGGIUNGI UN MINI TOUR PRIVATO

Mini tour combinabili per una Grecia su misura straordinaria

 

A questo breve itinerario di tre giorni possiamo aggiungere un mini tour nei dintorni di Atene. Abbiamo diverse proposte, quindi scopri cosa ti piace di più:

 

1.      Epidauro – Micene – Nauplia – Olympia

2.      Delfi – Meteora

 

Altrimenti puoi optare per un Tour di 7 giorni della Grecia Classica e Meteore che tocca:

Atene – Corinto – Epidauro – Micene – Nauplia – Olympia – Delfi- Meteore

 

Guida che parla italiano

Ricorda sempre che tutti i tour, mini tour ed escursioni hanno le visite guidate ai luoghi di interesse storico e culturale: una guida che parla italiano sarà a tua disposizione per raccontarti al meglio la tua esperienza in loco.

Auto privata con o senza autista

E non dimenticare che disponiamo di tour privati che puoi gestire in autonomia noleggiando semplicemente un’auto, oppure tour con autista privato che ti porta nei luoghi previsti dall’itinerario.

 

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I nostri tour su misura e privati con guida in italiano e noleggio auto

 

MINI TOUR IN PELOPONNESO DA ATENE

Va fatta una piccola premessa al Tour Grecia Classica che parte da Atene, molti dei luoghi che si visitano risiedono in Peloponneso, una terra ricca di archeologia ma anche di vigneti e uliveti.
Passato il Canale di Corinto si aprono davanti agli occhi fazzoletti di bellezza, depositata qui da un popolo erudito come i Micenei ma anche dalle gesta di Agamennone, ma anche dalle fatiche di Ercole e, quindi, proprio a loro si ispira ancora oggi l’atmosfera epica del Peloponneso.

 

Il canale di Corinto, che odissea!

Unire la Grecia Continentale al Peloponneso fu un’operazione ardua e visionaria.
Il Peloponneso si ritrovò da penisola a vestire i panni di un’isola e, questo, fece infuriare l’Oracolo di Delfi che -appellandosi a Zeus- rivendicava la legge secondo cui se gli dei avevano creato le isole in alcuni punti della Terra e non in altri gli uomini non avrebbero dovuto interporsi ad essi.
Fatto è che i lavori iniziarono ma sul Canale di Corinto si abbatterono morti, cedimenti, crolli. È una delle opere di ingegneria più importanti della storia: ridusse la circumnavigazione delle navi e agevolò i commerci marittimi ma indubbiamente riscontrò tanti problemi legati all’instabilità della roccia porosa. Inoltre, il passaggio stretto è sempre stata una falla che, poi, nel corso dei secoli è diventata anche la sua morte. Le navi erano sempre più grandi e quindi gli preferirono altre rotte.
Ad oggi è, però, sempre magico passarvi, è uno di quei posti sulla Terra che racchiude epicità, mitologia, iconicità.

 

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Canale di Corinto, sempre emozionante!

 

Epidauro e la filosofia di Asclepio

Anche Epidauro ha avuto a che fare con un Dio ma stavolta meno puntiglioso di Zeus.
Asclepio curava i malati attraverso l’arte, lo spettacolo, la musica. Fece costruire il Teatro di Epidauro dapprima perché vi si potessero disputare i giochi in suo onore, le Asclepeion, poi sentì vivo il desiderio di avvicinare i malati al Teatro che divenne quasi più miracoloso del vicino Santuario.
Il teatro è stato costruito seguendo i canoni della sezione aurea e la sua acustica perfetta -pare- non sia attribuibile a chissà quale architettura o maestranza ma all’usura del marmo. Questo, consumato dagli agenti atmosferici e dal calpestio degli spettatori, si è irruvidito e -secondo molti studi- eliminerebbe le basse frequenze che secondo un processo mentale, il Virtual Pitch, verrebbero ricostruite dal cervello umano.
Comunque, molti visitatori -in coppia- sperimentano l’acustica: uno lascia cadere una moneta in terra nella cavea, l’altro sale fino in cima alle gradinate per sentire se, il riflesso del suono, gli arriva nitido.

 

Nauplia merlata

Nauplia è caratterizzata da ben tre fortezze: la Fortezza di Palamidi, il Castello di Bourtzi e Acronafplia, un concentrato di torri e merli che la rendono, soprattutto se vista dal mare, inespugnabile.
Ha un carattere deciso e non a caso le fortificazioni sono state molto strategiche durante la guerra di liberazione. È stata la prima città greca a liberarsi e a diventare Prima Capitale della Grecia Moderna.
Uno dei luoghi più caratteristici è l’ex quartiere dei pescatori, Psaromachalas, dove oggi le case sono state ristrutturate e trasformate in B&B o Residence.

 

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Nauplia, tra blu e merli

 

Micene risorta dalla polvere

La città di Micene è legata all’archeologo Heinrich Schliemann, il quale, di fronte alla scoperta della Porta dei Leoni non si fermò, pensò, anzi, che un ingresso del genere non potesse essere solo fine a sé stesso.
Fino a quel momento Micene era comparsa solo nella letteratura, narrata da Omero, da Tucidide e Pausania il Periegeta.
La porta aprì il varco e, piano piano, da strati di terra e polvere emerse l’antica città, le Tombe dei Re, le ricchezze e tutta la storia di uno dei popoli più eruditi della storia, i Micenei, che poi le diedero anche il nome.
Tra i resti antichi è stata rinvenuta anche quella che venne definita la Maschera di Agamennone. Simbolicamente, questo ritrovamento in oro è qualcosa che dà un volto a un re leggendario, appartenuto alla mitologia greca, ma -ovviamente- sappiamo che non può essere il suo bensì un’invenzione per creare fascino e curiosità.
Oggi si trova conservata al Museo Archeologico Nazionale di Atene, quindi se hai visitato il museo durante il tuo city break avrai già avuto modo di imbatterti nella Maschera d’oro.

 

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La Maschera d’oro di Agamennone, un volto leggendario

 

Il Santuario di Olympia tra dei e Giochi Olimpici

Olympia è definita per antonomasia “culla della democrazia”, un intitolazione che deve ai tanto famosi Giochi Olimpici dell’epoca antica, durante i quali si professavano i valori sacrosanti del rispetto, del coraggio, della competizione pura. Ma non solo: quando iniziavano le competizioni tutte le guerre venivano sospese, c’era una tregua muta, chiunque poteva spostarsi nel paese, soprattutto gli atleti, senza essere aggrediti o uccisi. Era una forma di tutela tra poleis, le famose città stato.
Nel Santuario di Olympia un posto d’onore lo occupava il Tempio di Zeus, il modello a cui si ispirarono poi tutti gli altri templi, non solo in Grecia ma anche nel resto d’Europa. All’interno era stata istallata la statua crisoelefantina di Zeus, alta 12 metri e considerata tra le sette meraviglie del mondo antico.
Sotto Teodosio II, e con l’avvento del Cristianesimo, anche la statua venne data alle fiamme e distrutta. Fu così che Olympia cadde nell’oscurità e sparì sotto terra.
Eppure ancora riaffiorano cose. Per ultima nel 2021 la Statuetta di un Toro che, dopo un violento acquazzone, si è praticamente disvelata da sola facendo spuntare un corno. L’archeologo è stato molto bravo a individuarlo e a riportare alla luce il reperto, vecchio di 2 mila e 500 anni, un elemento -ancora una volta- che testimonia il grande attaccamento dei fedeli agli dei. Si tratta, infatti, certamente di un dono a Zeus, un elemento votivo che è tornato nelle nostre mani quasi come una “manna dalla terra”.
Viene spontaneo chiedersi chi lo abbia lasciato, cosa avesse chiesto agli dei: è emozionante pensare che dietro la statuina di un animale ci sia stata una preghiera, una richiesta di aiuto, un ringraziamento.

 

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Statuetta di un Toro – Foto: (Ministero della Cultura Greco) https://www.mfa.gr/ 

 

Il ponte Rion Anthirion

Se è vero che, il ruolo principe ce l’ha il Canale di Corinto che separa il Peloponneso dalla Grecia Continentale, è anche vero che non possiamo non guardare al Ponte Rion Anthirion con ammirazione. È il ponte strallato più lungo al mondo e, sospeso sull’acqua, acquista quasi un potere mitologico che gli ha valso il soprannome di: “Ponte di Poseidone”.
La sua apertura coincise con i Giochi Olimpici di Atene 2004 e, proprio la fiamma olimpica, attraversò il ponte per l’inaugurazione.

 

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Rion Anthirion, il ponte strallato tra Peloponneso e Grecia Continentale

 

 

→ VAI AL MINI TOUR: Epidauro – Micene – Nauplia – Olympia

 

→ OPPURE SCEGLI IL TOUR GRECIA CLASSICA E METEORE DA ATENE

 

 


 

MINI TOUR DELFI E METEORA DA ATENE

 

Delfi, centro del mondo

Il sito archeologico di Delfi rappresenta un luogo unico, un posto mistico e misterioso, forse perché legato indissolubilmente alla figura dell’Oracolo.
Qui si interpretava il destino, le sciagure, cosa era giusto fare, cosa evitare. Qui si decidevano le sorti delle poleis, si gestiva la politica, anzi, la si manipolava decretando -attraverso i responsi dell’Oracolo- le sorti dell’una o dell’altra città.
La figura che, assolutamente, ha avuto un ruolo strategico è stata La Pizia: ha fatto e disfatto a suo piacere, nessuno osava mettersi contro di lei o i suoi pizzini. Sedeva su un tripode, avvolta da incensi, e stregava quanti andavano da lei per avere un consiglio. Famose le sue estasi durante questi incontri.
La città di Delfi ha assunto il nomignolo diombelico del mondo dopo che -nella mitologia- le due Aquile di Zeus, lasciate volare via dai due lati opposti della Terra, si rincrociarono di nuovo. Il punto esatto è indicato da una pietra a forma di cupola, l’Omphalos, letteralmente ombelico.
Nel sito si cammina tra i resti del Santuario di Atena, il Ginnasio, la Palestra, i Bagni, la Tholos, il Recinto Sacro, la via Sacra, il Tesoro degli Ateniesi, il Tempio di Apollo, lo Stadio, il Teatro, la tomba del Serpente Pitone, il Bouleterion (Parlamento).

 

L’Auriga di Delfi

Una delle statue iconiche del sito -e quindi del Museo Archeologico, dove è conservata- l’Auriga di Delfi è la parte rimasta di un complesso bronzeo donato al Santuario di Apollo per commemorare la vittoria del tiranno Gela ai Giochi Pitici.
Il viso incarna la fierezza, la determinazione e anche la concentrazione, tipiche di un atleta di allora. I muscoli sono tesi e le briglie tenute con forza.
Nella sala è presente una ricostruzione di come era il complesso scultoreo.

 

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Cavea del Teatro di Delfi

 

Meteora, in aria

Il sito di Meteora ti accoglie spiritualmente e religiosamente, è un luogo unico e straordinario composto perlopiù da montagne e monasteri. Un posto imperdibile in Grecia, emozionante, scavato dalle acque che un tempo occupavano la vallata, e su cui i monaci dell’ordine degli atoniti hanno costruito 24 monasteri diffusi.
Il concetto di isolamento è chiaro da subito, è ciò per cui il luogo è stato scelto a suo tempo: permetteva ai monaci di rifugiarsi lontani dalla minaccia degli invasori e di pregare in silenzio.
C’è da dire che, una volta lì, la domanda ti salirà subito alla mente “come li hanno costruiti?”.
Meteora significa “nell’aria”, cioè sospesi, ed è proprio quello che sono, sospesi. I monaci avevano studiato un sistema articolato e ingegnoso di corde, e scale a scomparsa, con le quali salivano e scendevano diventando quasi invisibili.
Ma come abbiano potuto costruire i monasteri resta un mistero.
Sono 6 gli edifici visitabili e in giorni diversi della settimana. Nell’entrare è richiesto un abbigliamento consono al luogo religioso pertanto le donne hanno bisogno di gonna lunga,  o pareo sopra i pantaloni, e le spalle coperte; l’uomo deve indossare pantaloni lunghi e maglietta.
Il percorso è in salita, non è complicato ma è impegnativo fisicamente. Visitane almeno uno al tramonto così da godere dall’alto un panorama sorprendente.

 

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Monasteri in mezzo all’aria

 

 

→ VAI AL MINI TOUR Delfi – Meteora

 

C’è la possibilità di raggiungere Meteora con un viaggio in treno.
È un modo alternativo per attraversare le valli e godere dei paesaggi che si vedono dai finestrini.

→ Meteora in treno

 

 


 

 

AGGIUNGI UN’ESCURSIONE
DA ATENE

 

Oltre ai mini tour con cui puoi costruire un tour personalizzato di Atene e della Grecia Classica, hai la possibilità di scegliere altri abbinamenti possibili.
Grazie alle nostre escursioni di mezza giornata o intera giornata, puoi aggiungere emozioni al tuo viaggio.

 

Escursione a Capo Sounion

Una delle mete imperdibili vicino Atene, e che suggeriamo all’interno del tour come escursione facoltativa, è certamente Capo Sounion.
Un vero e proprio gioiellino della Costiera Ateniese che ci da l’opportunità, vista la sua posizione sulla punta meridionale della regione Attica, di attraversare i centri balneari e le spiagge, goderci l’aria marinara, lo sfarfallio di surf e kitesurf, le scintille di luce sull’acqua del Mare Egeo.
Lungo il percorso si incontrano 3 stazioni balneari: Glyfada, Vouliagmeni, Varkiza.
Glyfada è elegante e molto trendy, piena di boutique alla moda. Vouliagmeni ha un lago con acqua calda, una laguna che mantiene costante una temperatura di 25°C per tutto l’anno; e infine Varkiza una lunga distesa di sabbia soffice, acque cristalline e una vicinanza con Atene che la rende appetibile.
Capo Sounion è, invece, un promontorio: si affaccia aperto al mare, sembra dargli un pugno, anzi. Lo strapiombo è quello narrato nella mitologia quando il Re Egeo, fermo sul ciglio, nel veder tornare la flotta del figlio Teseo con le bandiere nere issate, si buttò giù in un estremo atto di amore e dolore. Non sapendo che invece Teseo aveva vinto il Minotauro ma aveva dimenticato di issare le vele bianche. Credendolo morto, Egeo non potè fare altro che togliersi la vita. Quel mare, per ricordarlo, porta il suo nome.

 

Il Tempio “sacro” di Poseidone

Il panorama da questa altura è bellissimo e la presenza del Tempio di Poseidone lo rende quasi una terra di confine con il cielo. Straordinaria la sua elevazione, le sue colonne, l’impeto e la forza con cui se ne sta lì, in piedi, in mezzo alle nuvole.
E, con questo tempio, ti sveliamo il mistero del Triangolo Sacro di cui ti avevamo accennato parlandoti del Partenone. In effetti i due edifici greci sono strettamente collegati, anzi, vi è un terzo tempio che si aggancia a entrambi e si tratta del Tempio di Aphaia, sull’isola di Aegina.
I tre templi, pare, formino il cosiddetto triangolo sacro, ovvero un triangolo isoscele perfetto, il simbolo della sacramentalità antica.
Dal Tempio di Aphaia -quando il cielo è limpido- è possibile raggiungere con lo sguardo gli altri due.

 

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Promontorio di Capo Sounion con il Tempio di Poseidone al tramonto

 

 

→ Puoi scegliere un’escursione a Capo Sounion di 4 ore

→ Oppure un’escursione di 8 ore

 


 

Elefsina

L’Antica Eleusi, oggi Elefsina, era nota per il culto dei Misteri eleusini, ovvero dei riti di commemorazione quale ringraziamento al Re Trittolemo che aveva ospitato la figlia della Dea Demetra, Kore, dopo il rapimento per mano di Plutone.
Alle due Feste, Mikra Eleusinia e Megala Eleusinia, arrivavano i fedeli da ogni parte della Grecia per essere iniziati ai riti. Poi il rito, piano piano, venne abbandonato e la città venne seppellita sotto strati di cemento e costruzioni.
Fu riscoperta nell’800 e i lavori di recupero proseguirono fino al 900.
Ogni anno vi si svolge -tra Settembre e Ottobre- il Festival di Eschilo che mette in moto una nuova forma di “pellegrinaggio”, quello teatrale, una grande occasione per vivere momenti di svago ma anche di storia.

 

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Sito Archeologico di Elefsina – Foto: Carole-Raddato

 

 

→ VAI ALL’ESCURSIONE A ELEFSINA

 


 

Maratona, quella corsa che diventò storia

La città di Maratona, che si trova a 42, 195 chilometri da Atene, ha dato i natali alla competizione sportiva -diffusasi in tutto il mondo- e anche il nome.
Ma perché proprio Maratona?

A correre per interi giorni, un tempo erano i soldati-messaggero a cui veniva affidato il compito di portare importanti missive, scritte o verbali, a destinazione.
In questo caso, la corsa da Maratona ad Atene entrò nella storia.
Si stava svolgendo la Battaglia di Maratona, i persiani avevano invaso le coste dell’Attica, così Filippide -questo il nome del messaggero che avrebbe dovuto correre quel giorno- venne inviato a Sparta per chiedere aiuto, in termini di forze alleate, di uomini.
Lui partì, corse, corse, ma arrivato in città, gli fu comunicato che non avrebbero potuto mandare alcun soldato, ne erano momentaneamente sprovvisti, impiegati altrove.
Così ripartì per comunicare la notizia ma, quando arrivò, con sua grande meraviglia l’esercito greco aveva compiuto il miracolo: i persiani erano stati battuti. Tuttavia, il suo compito non era terminato. Temendo che ad Atene -pensandosi sconfitti- dessero alle fiamme la città per non consegnarla al nemico, gli venne chiesto di correre di nuovo e avvisare della vittoria.
Filippide, nonostante i chilometri e la fatica sulle gambe, non ci pensò due volte, iniziò a correre, felice di portare una notizia tanto importante.
Coprì quei 42,195 chilometri, arrivò stremato, disse solo “abbiamo vinto” e poi crollò a terra, esanime. La Maratona ovunque si corra porta con sé questa storia.
Sulla strada per Maratona c’è anche una statua che lo rappresenta mentre corre, un simbolo della città.

 

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Il “maratoneta” Filippide

 

 

→ VAI ALL’ESCURSIONE A MARATONA

 

 


 

 

L’Antica Corinto, una città senza pace né lode

L’Antica Corinto è stata tutto: una potenza marittima nella lega peloponnesica, poi in quella Achea; un capoluogo e poi un sangiaccato, cioè un distretto, ma non è mai stata Capitale della Grecia, sebbene avesse tutte le carte in regola per esserlo.
Sono state le continue depredazioni a impoverirla. Come acquisiva qualcosa che la rendeva potente e viva, subentrava un popolo o l’altro a renderle amara l’esistenza: i Romani, gli Ottomani, i Visigoti, i Normanni, ognuno la occupò e le usurpò quel che si era conquistata.
Fu così per i traffici commerciali, fu così per l’industria manifatturiera della seta e i relativi scambi. Le donne e i bambini venivano venduti come schiavi e la città subiva gli abusi di vedersi ridotta a subalterna quando avrebbe potuto risplendere di luce propria.
E poi, come se non bastasse, anche le calamità naturali la trafissero, incendi e terremoti la rasero praticamente al suolo, quindi distruzioni e ricostruzioni erano come un ciclo costante di vita-morte-morte-vita.
Resta questa lacerazione profonda nel sito archeologico, questi drammi sulle mura scrostate e rubate al tempo. Si può visitare il Castello e, se ti piacciono i fiori selvatici endemici, il Giardino Botanico di Corinto che fa parte della rete di conservazione della biodiversità dell’Unione Europea.

 

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Sito Archeologico di Corinto

 

 

→ VAI ALL’ESCURSIONE ANTICA CORINTO

 


 

 

AGGIUNGI UNA CROCIERA
NEL GOLFO SARONICO

 

Da Atene puoi imbarcarti e visitare le isole Saroniche, sia in giornata con una minicrociera nel Golfo Saronico per un vero e proprio tour di 7 giorni in Caicco con guida esperta che parla italiano a bordo.

Una curiosità: lungo il tragitto per giungere a Epidauro si trova una residenza romana nei fondali del golfo, sopra la quale è possibile fare il bagno.
Leggi di più in questo articolo sull’Archeologia Sommersa.