I Giochi Pitici richiamavano circa cinquemila spettatori all’interno del Teatro di Delfi e ogni quattro anni si disputavano tra musicisti e poi cantori e infine atleti
I luoghi cari alla storia
I Giochi Pitici erano una delle quattro feste nazionali della Grecia oltre alle Olimpie, le Istmie e le Nemee.
La leggenda vuole che sia stato proprio il Dio Apollo ad istituirle a seguito della vittoria personale sul Serpente Pitone che decretò il passaggio dell’Oracolo e quindi del potere nelle sue mani.
Nel visitare il Teatro di Delfi, dove i giochi si svolgevano, si resta a fissare lo spazio aperto che si irradia dai lastricati in pietra della cavea e dell’orchestra.
Una seduta che, appena costruita, doveva essere rivestita di legno e ospitare circa cinquemila spettatori. E un palcoscenico che, potrai immaginare facilmente -lasciandoti trasportare dalla fantasia-, si presentava con un bellissimo fregio raffigurante le Fatiche di Ercole.
Troverai interessanti alcune iscrizioni che, se pure illeggibili sono una testimonianza dell’emancipazione degli schiavi.
Viva la musica
I Giochi Pitici trovano collocazione in questo spazio e anche nello Stadio sovrastante. Emergono da uno scenario che è quello della Prima Guerra Sacra, quando l’Anfizionia Delfica -una congrega religiosa composta da dodici tribù greche postesi a tutela del Santuario e dei suoi devoti- sconfisse la città di Crisa e rivendicò il controllo sul Golfo di Corinto.
L’Anfizionia liberò i pellegrini dalla tassa, imposta loro, per la salita al Santuario e, per festeggiare, nel 582 a.C. istituì queste gare, che non erano solo atletiche -come per Olimpia– ma soprattutto musicali.
Vi prendevano parte i suonatori di cetra, i suonatori di flauto, i cantori e i poeti fino ad aggiungersi i ginnasti e, nello Stadio anche i cavalli con i carri.
I vincitori venivano premiati con una corona di alloro o con dei pomi e gli venivano dedicati dodici epinici di Pindaro, cioè dei canti corali di vittoria, passati alla storia come Odi Pitiche.
I Giochi Pitici e la Tregua Sacra
Stare seduti e respirare la trasparenza dell’aria in un posto madido di storia e di tradizioni sarà un’esperienza incredibile. Tra montagne e Natura scenografiche, le stesse che guardavano i convenuti di un tempo.
Ogni quattro anni il Teatro di Delfi si trasformava per l’occasione e viveva di soli strumenti musicali. La preparazione di ogni edizione comportava mesi di lavorazione e i Theoroi, messaggeri della città di Delfi, venivano mandati in giro per la Grecia ad annunciare l’imminente festa.
Per evitare che i Theoroi, ma anche gli atleti che vi avrebbero partecipato, potessero rimanere vittime di conflitti armati durante lo svolgimento dei Giochi, l’Anfizionia Delfica era solita proclamare uno stato di Hierominia, la Tregua Sacra.
In questo modo nessuno rischiava di rimanere esonerato dall’ingresso al Santuario o dalla partecipazione ai giochi o dal consultare l’Oracolo.
Fino al 424 d.C., nonostante la diffusione del Cristianesimo nell’Impero Romano, i Giochi Pitici restarono in auge nella cultura pagana. Poi, in concomitanza con quelli Olimpici, vennero soppressi.
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