Santorini, terra di grandi stravolgimenti, di sabbie vulcaniche, di drink sugli affacci che guardano il mare, terra la cui storia è legata a tanti mondi diversi e al vulcano

Prima di partire per Santorini

Quando si parla di Santorini si accende una luce particolare, dettata probabilmente dal colore bianco-intonaco delle costruzioni. E si pensa in generale alla Grecia, come se quest’isola fosse diventata l’icona dell’intera regione.

Ma non è soltanto una meta glamour per vip. Non è soltanto un luogo in cui perdersi e guardare i tramonti più belli della vita. È una meta culturale, con una storia intensa alle spalle, uno spirito che aleggia, quello del vulcano, il quale sembra averla distrutta e resa famosa allo stesso tempo.

Parlare di storia è sempre difficile, tante date, tanti nomi da ricordare. Ed è più comodo pensare che, in fondo, siamo nel presente, il passato è qualcosa di sepolto, anzi, meglio non disturbarlo. Ma, visitare un luogo senza conoscerne la storia, è come bere un uovo e non trovare il tuorlo.

Qui, in questa terra nel mare, qualcosa di fatale accadde.

Santorini, che è presa d’assalto dal turismo e che è spasmodicamente fotografabile da ogni punto la si guardi, è così bella perché ha cicatrici profonde.

Puoi arrivare senza rendertene conto: l’isola è straordinaria, uno spicchio di luna che accoglie affastellati i villaggi, e offre uno sguardo sul mare, e sulla Caldera, che appaga lo spirito.

Il grande evento naturale

Ti troverai in realtà su un’antica zolla che il geologo francese F. Fouque, studiandone la conformazione, ricondusse al territorio libico. Di quella zolla estesa rimasero successivamente un vulcano a forma di cono e un isolotto. Le acque e i movimenti della terra, ma anche le eruzioni, produssero tante fratture e cambiamenti, fino a che questi crateri non unirono i propri corpi formandone uno solo.

Ma per migliaia di anni il ribollio della lava si spense, o rimase semplicemente in silenzio. Fu in quel periodo che fiorì la vegetazione e comparvero i primi colonizzatori, i Lelegi. L’insediamento crebbe fino ad attirare i non lontani cretesi, i quali, conquistati dalla posizione di Santorini, vi si stabilirono. E siamo nell’Epoca Minoica, nel grande influsso che questa civiltà diede alla Grecia. Era il 1500 a.C.

Fu nel momento di massimo splendore che qualcosa di fatale stravolse i piani, sia dei minoici, sia di questa isola. Originato proprio da quel vulcano silente che per tanto tempo non aveva disturbato i sonni di nessuno. Pensa a un’esplosione, a uno spesso strato di pietra pomice che investe la terra. Al cratere che sputava il basalto e una violenza di lingue di fuoco che incendiavano ciò che toccavano.

La durezza dell’impatto formò una voragine tra il vulcano a forma di cono e l’isolotto che, se un tempo si erano uniti, durante l’eruzione si divisero irrimediabilmente. Il peso della voragine provocò un cedimento della crosta che collassò su sé stessa. Circa 83 Kmq di quella terra scomparvero sotto il mare.

Santorini, punto panoramico

Un drink sulla Caldera

Nel guardare verso la Caldera questo momento della storia si allarga a macchia d’olio sotto gli occhi. Siamo nel presente e ci stiamo bevendo un Martini di fronte al tramonto, è il momento wow della vacanza. Sì, è bellissimo.

Ma il tuo drink avrà un sapore più memorabile al pensiero che, dove ti stai rilassando, sono passati i Fenici, i Beioti Minii, i Dori di Sparta, i Persiani, gli Ateniesi, i Macedoni, i Tolomei d’Egitto, i Romani, i Bizantini.

Il mare, dove stai guardando, non c’era. La catastrofe biblica lo ha messo lì. La stessa che provocò onde di marea inimmaginabili, più violente della stessa eruzione. Queste devastarono le coste dell’Egeo. E, per giorni, la cenere vulcanica rese il giorno, notte, e la vegetazione polvere da soffiare via.

Accadde proprio lì e per molti chilometri intorno.

Forse il bianco-intonaco delle case ha cancellato quel senso di fuliggine e bruciato, ma nella Caldera i moti sotterranei non si sono estinti. Solo, hanno smesso di tediare il paesaggio.

Santorini “la Metropoli”

In moltissimi scritti troverai che si fa coincidere l’evento travagliato con la fine della civiltà minoica. Così come ti capiterà di leggere che Santorini è stata associata al mito di Atlantide. In qualche modo queste due affermazioni sono collegate.

Ma bisogna fare un passo indietro: della famosa “Atlantide” riferì Solone a Dropide (antenato di Crizia) e poi ne troviamo traccia nei dialoghi filosofici di Platone “Timeo e Crizia”.

Questo fa presupporre che Crizia fu il tramite attraverso cui si perpetrò il ricordo.

Ma “il Regno di due isole, la maggiore e la minore” così come viene riportato da Platone “era formato da dieci stati” di cui due vengono chiamati: uno “Metropoli” e l’altro “Stato Reale”.

Dalla Caldera verso Santorini

La risposta più plausibile la trovò l’archeologo greco, Spyros Marinatos, il quale, pur pensando che il vulcano avesse sotterrato la Civiltà Minoica, non la fece coincidere con Santorini, bensì con Creta. Di cui Creta era lo Stato Reale e Santorini la Metropoli.

E questo, vista la distanza di un centinaio di chilometri dall’eruzione, fa supporre lo fosse. Ti troverai, quindi, a guardare questa terra bruna con altri occhi.

Periodi storici e nome

Immagina che per due secoli l’isola rimase vuota, senza respiri, senza passi. Non è la location propulsiva e animata che sentirai accarezzarti la pelle. E che ti farà scattare tante fotografie.

Poi tornò ad essere colonia e passò di mano in mano, nei secoli, a quei popoli di cui abbiamo parlato prima. Fino a diventare uno dei quattro Vescovadi latini del Ducato di Nasso. È solo nel 1153 che compare per la prima volta il nome Santorini, citato dal geografo arabo Edrisi.

Un nome di origine “crociata” che si fa risalire a una piccola chiesa, la Agia Irini, cioè Santa Irene.

Iniziarono le lotte fra signori, ma anche tra vescovado latino e vescovado ortodosso e, sotto la dominazione Franca, fu minacciata dalle scorribande dei pirati. Fu proprio per proteggersi da questi che nacquero dei centri fortificati, cinque, per la precisione: Skaros, Oia, Pyrgos, Nimborò, e Akroriti.

La repressione dei pirati aprì le strade del mare. Quindi il vino e il cotone, che venivano prodotti a Santorini, iniziarono ad essere commercializzati. Questo periodo di grande splendore si incrinò prima con l’avvento delle navi a vapore, poi con il terremoto del 1956. L’isola rimase pressoché disabitata fino al 1970.

Dobbiamo la sua rinascita agli archeologi, agli storici e ai geologi che la visitarono e studiarono. Per questo il suo carattere culturale è, forse, più forte e più importante della bellezza depositata sulla superficie di ogni casa, o terrazza, o piscina.

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