Le Meteore non sono semplicemente un luogo spirituale, porta con te una macchina fotografica, scoprirai un paesaggio incredibile
Una trasformazione misteriosa
Le Meteore o Μετέωρα sono veri e propri pilastri sulla terra.
Si narra ci fosse il mare in questa parte del territorio ellenico e che poi il mare si sia ritirato lasciando emergere al suo posto le montagne. Come una di quelle strane magie, o incontri, tra stelle e acqua.
Erano dei depositi sedimentari stratificati, robusti, pieni di forza. Il vento ha maneggiato quelle superfici levigandole e rendendole spettacoli naturali inestimabili.
Il paesaggio che troverete, dunque, non è un posto qualunque. Ha una sua intima unicità. L’erosione innescata dalla Natura ha scavato profondamente la dura arenaria ed ha dato origine a quattro gruppi di “torri”, se vogliamo chiamarle così.
Qualsiasi termine inneggi al cielo è appropriato in questo luogo. Se sei uno scalatore, ma anche se sei un fotografo o un ciclista, ma anche se ami i paesaggi e il bello che la terra fa fruttare, sarai travolto da questo viaggio nella Grecia Continentale.
Non potrai far altro che guardare in alto.
Cosa aspettarsi da Le Meteore
È un pellegrinaggio che sale su vette apparentemente inaccessibili. Sembra di non poterle camminare, guardandole dal basso. E invece non sono così inespugnabili. C’è un giusto equilibrio tra fatica e silenzio, tra emozione e rispetto.
Sconfinerai da un paesaggio metafisico a uno lunare. Ti sentirai rapire dal tramonto, che tra tutti i momenti della giornata, è quello che sposa meglio le Meteore. Perché? Prova a immaginare la vastità della Valle, e tu in cima a fare da sentinella ad uno di queste torri. Il sole che tinge tutto di giallo, di arancio, di rosso. Non puoi solo toccare il cielo con un dito, ma un cielo mistico.
A quel punto la vista che avrai catturato con gli occhi ti rimarrà sempre nel cuore.
La prima roccia o “Meteoro”
Le Meteore oggi sono un sito di interesse culturale, un luogo identitario. Non solo dal un punto di vista paesaggistico ma anche storico.
Le cime, di queste torri, ospitavano ventiquattro monasteri, dei gioielli di architettura sospesa, silenti, costruiti dai monaci per difendersi dalle ondate turche.
Solo sei di questi monasteri sono sopravvissuti al tempo. Sono stati recuperati ed è possibile visitarli in una giornata sola.
La prima roccia a posa di tutte le altre venne chiamata “Meteoro”. Fu il monaco cristiano-bizantino, Atanasio l’Atonita, fondatore della Repubblica del Monte Athos -e una tra le figure più importanti del monachesimo della Chiesa d’Oriente-, ad elargirle questo nome.
Da una roccia all’Arte alle Meteore
Quella prima roccia divenne il Monastero della Trasfigurazione, o come viene comunemente chiamato Gran Meteora. Era costruita attorno ad un cortile centrale dove era ubicato il Katholikon (la chiesa principale), in alto si affacciavano le celle dei monaci, il refettorio e le cappelle dedicate alla preghiera.
Questa struttura poteva essere raggiunta solo con corde o scale removibili, quindi un non-accesso favorevole all’isolamento voluto dai monaci che oltre a salvarsi da possibili invasioni riuscirono a rendere le torri un luogo di culto.
Questo ingegno umano ha reso a il territorio -già così interessante- una meta turistica per chiunque ami le grandi bellezze, la cultura, l’avventura, la spiritualità. Non si può pensare di definire le Meteore diversamente da un’opera d’arte.
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